In pochi lo sanno, ma la città di Cervia vanta un primato importante: quello di essere stata una culla della nautica da diporto nel senso più ampio del termine.
Tutto cominciò nell’immediato dopoguerra, quando, ritrovato un minimo di serenità, alcuni facoltosi del tempo si rivolsero a mio nonno Peppino Sartini che all’epoca collaborava col cugino Adriano De Cesari, altro grande artigiano, chiedendogli di costruire i primi piccoli motoscafi o qualche barca a vela. Mio nonno aveva le mani d’oro nel suo lavoro di falegname e non disprezzò quest’opportunità, anche se fino a quel momento aveva prevalentemente costruito ben altro.
La cosa prese un’ ottima piega e da quel momento le commesse per costruzioni navali diventarono sempre più fitte costituendo, di fatto, il principale settore di lavorazione della precedente semplice falegnameria. Unitamente alle costruzioni navali nacquero i primi servizi per la nautica nel nostro porto: sorsero le prime gru, qualcuno si inventò il rimessaggio invernale.
Fu poi realizzata la darsena comunale, pensata per i pescatori, ma poi, di fatto, occupata da un numero sempre crescente di barche da diporto. Nel 1961 mio nonno Peppino si mise in proprio fondando, coi figli Emilio e Paolo, il “Cantiere Nautico SARTINI”. La neonata azienda aveva idee chiare: costruire “belle cose”, nel senso di belle barche, solide, ben rifinite, eleganti, ma al tempo stesso accessibili ad una vasta platea di clienti grazie alla costruzione in serie. Fu certamente una scelta coraggiosa che risultò vincente: il Cantiere andò via via affermandosi e nel 1966 partecipò per la prima volta al “Salone Internazionale di Genova”, vetrina tra le più importanti in Europa.
Nel 1971 arrivò il Passatore e “nulla fu più come prima”, usando una frase di Cino Ricci che tenne a battesimo la barca insieme ad Uccio Ventimiglia, altro illustre uomo di mare e cervese per giunta. L’arrivo del Passatore sui campi di regata prima e sul mercato immediatamente dopo, sconvolse ogni logica precedente. Cervia diventò così una delle capitali della nautica nazionale: iniziò verso la nostra città una sorta di “pellegrinaggio” di marinai, velisti e aspiranti tali perché tutti volevano sapere cosa stava succedendo. Volevano vedere, toccare con mano! Speravano di imbattersi in Uccio o, magari, vedere di persona il grande Cino
Il Passatore, sogno di tanti, era innovativo, bello, vincente e, cosa non secondaria, aveva un prezzo accessibile: era nata una stella! La parabola commerciale del Passatore sarebbe durata tutto il decennio, periodo che vissi intensamente come il resto della mia famiglia.
Di quegli anni ricordo in particolare la tenacia, la professionalità e soprattutto la passione con cui mio nonno dirigeva il suo Cantiere e di come dirigesse con grande autorità quella “orchestra” fatta di falegnami, stipettai, montatori e verniciatori che realizzavano le “sue” barche. Lui, nel suo intimo, lo sapeva, anche se non lo codificava, che stava costruendo qualcosa che non era semplicemente un oggetto, e per giunta non indispensabile alla vita dell’uomo, bensì un sogno. Perché una barca a vela che naviga nell’apparente infinito del mare è un sogno che appartiene all’umanità intera e sapere che Cervia è lo scrigno di un sogno dovrebbe inorgoglire qualsiasi suo cittadino. Il sogno di mio nonno è diventato mito: la barca è bella ancora oggi, amata e ricercata da tanti. Come un’elegante signora, solca ancora i mari con immutata classe. Celebrare i 50 anni del Passatore significa rendere omaggio, oltre a Peppino Sartini, ad un’intera generazione di genti romagnole che col loro genio e la loro intraprendenza hanno creato tutto quel benessere che oggi ci circonda e che fa della nostra terra una delle più amate e visitate d’Italia e del nostro mare il più gentile, accogliente e sicuro dell’intero Paese.
Mi sia permesso, infine, un accostamento che potrà sembrarvi irrituale, esagerato o forse presuntuoso: in Italia non mancano casi di accostamento tra una città e un suo prodotto che la contraddistingue. Un esempio su tutti: se pensiamo a Maranello, diciamo subito che è la città della Ferrari. Ed allora, è tempo che Cervia sia “La Città del Passatore”!
Giovanni Sartini